Bertolucci ha trovato una storia delle sue. Quella di una giovane donna, aspirante attrice, che esita fra i tre modelli di vita che costituiranno altrettanti capitoli del film: rappresentare e convivere con la menzogna, affrontare l'esigenza, anche crudele, di dire sempre la verità; oppure creare, ed abbandonarsi all'illusione. Poi, ha trovato altre due cose fondamentali. Un'attrice, Sonia Bergamasco, una donna alla quale dedicare uno di quegli omaggi, uno di quei meravigliosi viaggi a due che nel cinema inducono a ricordi che subito sconfinano nel mito. Ed ha scoperto uno strumento: la cinepresa digitale, che con la sua leggerezza, la duttilità (se utilizzata intelligentemente) della tecnica numerica ha trascinato nel film tutta una serie di deliziose, insospettabili leggiadrie. Ogni elemento del film (primo fra tutti la complicità con degli interpreti assolutamente immedesimati) concorre all'espressione di un piacere del filmare. Dalla sceneggiatura, articolata fra finzione e realtà, film nel film e teatro nel film, alla realizzazione nasce cosi un sentimento di intimità: un modo di scavare nell'immagine, di esploderla, elettronicamente, ma mai in uno sperimentalismo freddo o intellettuale. Sempre inventivo, teso all'incontro con i personaggi, alla scoperta delle psicologie, a cavallo fra dramma che si scioglie subito nell'umorismo disincantato: in una sensualità rara, che toglie ad un film 'nuovo' ogni tentazione di calcolo. Qualcuno, pensando ad EFFETTO NOTTE ha parlato di Truffaut. Io, piuttosto ad un Godard: ma all'ansia di ricerca del quale, venti o trent'anni dopo, si fosse aggiunto il calore, la passione di uno sguardo latino.

Ma ai ticinesi, infine, il film offre due bonus particolari. Il Teco Celio più scavato, rivelatore e sofferto di una carriera incredibile per numero di apparizioni; un ruolo che potrebbe dischiudere insospettate prospettive. E il nostro spazio, come mai era stato filmato. Che sia la stazione di Lugano o la navicella notturna ed un po' spettrale della sua funicolare, il teatro di Bellinzona o le sequenze su un Ceresio trasfigurato da una straordinaria luce espressionista, è tutto un paesaggio normalmente banalizzato a farsi mentale. Una dimensione interiorizzata, tesa con commozione alla ricerca delle motivazioni umane che la percorrono.

Con L'AMORE PROBABILMENTE a Giuseppe Bertolucci è riuscito un film di costante ricerca ed invenzione; al tempo stesso di disincantata, persino divertita passione. Sembra facile, ma è stato di pochi.